4.13.2006

PER TE. PER ME

Addio. E’ arrivato il momento di scriverlo. Ti assicuro che fa male vederlo. Però è giusto che ci sia. Te lo dovevo. Me lo dovevo. E’ giusto che sia pubblico perché tu mi hai resa pubblica. Ma non ho intenzione di recriminare. Doveva essere così. Teatrale. Come sono io, come sei tu. E’ stato bello trovarsi tanto quanto è stato doloroso abbandonarsi. Intenso. Come sono io, come sei tu. Sappi però che non gridare il proprio amore non significa non provarlo ma viverlo dentro. Devastante. Come sono io, come sei tu. Però fa male vedere i propri dolori e le proprie debolezze messe in piazza. Non per la paura del giudizio altrui quanto per la consapevolezza di averli condivisi con la persona sbagliata. Sbagliata perché non ha saputo capire l’intimità di quella confidenza. L’unicità di quegli attimi di dolore ed il conforto di qualcuno che stesse lì, lontano, a soffrire con te. Non ho mai dubitato del tuo amore. Questo mi bastava per essere felice. Tu c’eri. Io c’ero. Equilibrio. Non in me, non in te. Tra noi. Paura. In me, in te. Quante cose in comune. Quanti errori. Da parte mia, da parte tua. Troppi. Forse in un’altra vita sapremo farci meno male. Ma ora lasciamoci andare. Via. Consapevoli dell’intensità di quello che c’è stato. Senza rimorsi. Così doveva essere. Dal bianco al nero. Come siamo noi. Addio.
Dal profondo di NAIMA.