6.03.2008

CANNIBALE: NON MI AVRAI MAI PIU'

Tutto questo silenzio m'inghiotte. Vengo digerita in fretta. Troppo in fretta. Giù nello stomaco gli acidi mi corrodono. Restano lembi di pelle che galleggiano. Non c'è sangue. Non più. Questo è ciò che resta di me. Non dolore. Non lacrime. Solo piccoli pezzi di me. Non aghi e fili per ricucirmi. Accetto il mio corpo così. Nuova forma deforme. Senza un senso. Con un fascino tutto suo. Lo guardo stupita. Anche questa è una forma di vita. Altro da ciò che ero. Nuova. Assurda. Sempre sensibile. Resta la pelle, sede del tatto. Da qui si ricomincia. Un nuovo viaggio. Un addio urlato al vento. Perchè tu sei il vero cieco, tu sei l'unico sordo. Sei senza pelle, senza carne, senza sangue. Restano le ossa. Spolpate. Io sono vegetariana. Tu sei cannibale. Ma non avrai mai più la mia pelle. E' l'unica cosa che mi resta. L'unica cosa da cui ripartire. Da sola.