7.31.2006

LE COSE CHE AVREI DOVUTO DIRTI

Mi sarebbe bastato guardarti negli occhi ma ho evitato il tuo sguardo. Sarebbe stato diverso, non l'avrei riconosciuto e ne avrei avuto paura. Ti ho visto diverso: la barba, i capelli, la maglietta verde. Sei felice ora. Dovrei esserlo per te. Sono egoista: non ci riesco.
Domani inizia Agosto. Quello che avrebbe dovuto essere il nostro mese dopo tanto tempo lontani. Invece sarà il tuo mese con lei e il mio mese da sola. Ritorno a viaggiare con il mio zaino. Ho deciso che ti porterò con me in Turchia, alla fine è giusto fare un viaggio insieme, sbaglio o l'avevamo progettato? Però prometto che cercherò di trovare un modo per lasciarti andare lungo il cammino. Non so ancora da dove partire ma ho tempo e voglia per trovare la soluzione. Non è giusto stare sospesa nell'attesa di qualcosa che non accadrà mai: il telefono non squillerà, non arriveranno sms, no lettere nella cassetta della posta, no incontri casuali in luoghi inaspettati. Più nulla. Ti ricordi l'ultimo sms? "Il coltello dalla parte del manico ce l'hai tu ora" ma l'hai gettato via dopo avermi ferita. Ho aspettato che il tempo rimarginasse le ferite ma ho da poco capito che non ci è riuscito. Serve un mio sforzo per facilitare la guarigione. Allora parto. Ho bisogno di silenzi e solitudini per mettere a tacere la tua voce e cancellare la tua presenza. In fondo dovrei solo volerlo. Adesso ti abbraccio forte e ti lascio andare nel calore di quello che avrebbe dovuto essere il nostro mese.
Buon Agosto

7.25.2006

FUOCHI D'ARTIFICIO

E ti sorprendi sempre con il naso in su e la bocca aperta. Ritorni bambina. Ritornano i ricordi: la mano del papà che stringeva la tua, le mani della mamma che cercavano di tapparti le orecchie perchè "il rumore non ti rompesse i timpani" così diceva. Allarmi che suonano, cani impazziti che abbaiano, bambini che piangono e tu sempre lì con il naso in su e la bocca spalancata. Scintille di luce, odore di zolfo, nubi di polvere, applausi. Naso in su. "Sembra la guerra" dice la nonna questa notte, chissà quale ricordi avranno risvegliato in lei. Diversi dai miei. Anche il suo naso guarda verso l'alto ma cerca qualcosa di diverso. Lo si vede nel suo sguardo appannato che sembra solo chiedere un po' di pace. Quegli occhi hanno visto due guerre. Sono stanchi di scinitlle che illuminano il cielo. Sono stanchi di rombi improvvisi che squotono la terra. Vogliono solo buio e silenzio, vogliono solo riposo ed oblio.
Allora chiudi gli occhi nonnina, io ti tengo la mano e ti tappo le orecchie. Ma il mio naso guarda sempre in su e la mia bocca è ancora spalancata come se fosse la prima volta.