10.13.2005

NOTA DELL'AUTORE

Gli ultimi tre blog sono collegati tra loro. Ricordatevi che sul vostro pc vi appaiono da quello scritto per ultimo a quello scritto per primo. Quindi partite dal terzo e salite...
Boh... anche io non mi sono capita molto bene. Diciamo che sono le 5 del mattino e nonostante tutto continuo a non aver sonno.
Però mi scappa la pipì... quindi vi saluto.

P.S. Forse è meglio che mi trovi in fretta un lavoro o questi deliri vi tormenteranno un po' troppo spesso!

C'ERA UNA VOLTA UN BAMBINO

che aveva lo sguardo da grande. Come è lo sguardo da grande? Chiederete voi. Lo sguardo di chi si è posto e si pone tante domande e sa che non avranno risposta. Rassegnato.
Questo bambino aveva perso i suoi sogni, ma non era vittima di un sortilegio.
Questo bambino viveva ogni giorno come se fosse uguale a se stesso. Che noia. direte. No si chiama tedio.
Però era pur sempre un bambino anche se non voleva giocare con gli altri bambini.
Sapete da cosa lo si capiva? Dal suo mondo interiore: lì vivevano fate e folleti, orchi e streghe, principi e principesse; lì c'erano boschi incantati, castelli, foreste, laghi; lì carrozze e topolini, scope volanti, animali parlanti e molto molto di più.
Però nessuno riusciva a vedere quel mondo perchè lui lo teneva ben nascosto agli sguardi degli altri bambini, no, non per paura che volessero rubarglielo ma solo perchè non voleva che loro scoprissero che anche lui era un bambino.
Lui forse non lo sa, ma io quel mondo l'ho visto, per poco, ma l'ho visto.
Ho lasciato anche delle mollichine di pane dietro di me quando me ne sono dovuta andare via correndo prima che scoccasse la mezzanotte e i coniglietti non le mangeranno perchè ho messo il gatto con gli stivali a fare da guardia così, quando e se mai vorrò, prenderò la polvere magica lasciatami da campanellino e tornerò nel suo mondo che per gli altri non c'è.

BUONA NOTTE

GLI OCCHI DEI RAGAZZI CHE HO AMATO

Forse due o tre dei miei amici avrebbero aggiunto un sottotitolo: " o forse ho creduto di amare". Io non lo voglio perchè sono convinta che nel momento in cui ho detto o pensato di amarli il mio sentimento nasceva dal cuore. Non mi pento di nessuno dei sentimenti provati e dichiarati, non ne rinnego alcuno.

Allora ricerco i loro volti. E' triste ammetterlo ma alcuni sono finiti tra i ricordi dimenticati però di tutti resta una cosa ben nitida nella mia memoria: i loro occhi.
Sguardi di bambini: persi nei loro sogni, nelle loro fantasie; nei loro pensieri; nelle loro infinite domande.
Ingenui, innocenti, disorientati da un lato, monelli, indagatori, disorientanti dall'altro.
Ma tutti trasparenti sguardi da bambini.
Quando avevano mangiato la nutella nascosta sulla mensola in alto, dietro il caffè e il sale, riponevano accuratamente al proprio posto la sedia usata per arrampicarsi fin lassù e tentavano di nascondere la marachella con le loro bugie. Ma gli occhi dicevano: "sono stato io".
Quando cadevano rovinosamente dalla bicicletta sbucciandosi le ginocchia correvano a casa, nella loro camera, s'infilavano un paio di pantaloni lunghi e quando tu gli chiedevi:"cosa è successo?" Eroicamente rispondevano: "nulla". Ma i loro occhi non nascondevano il dolore per le sbucciature.

Sguardi intensi che non dimenticherò mai.

Grazie.

VIAGGIO NEI RICORDI

Non riesco a prendere sonno questa notte. Forse è il caffè bevuto dopo cena; forse la ricerca inconcludente di lavoro; forse il fatto che per la prima volta ho sentito mio padre gridare per il dolore; forse per il libro finito che miha lasciato un po' d'amaro in bocca; forse semplicemente non ho sonno.
Allora provo a contare le pecore, faccio un poco di rilassamento ma non c'è modo per distrarre la mente. Vuole a tutti i costi pensare. Allora la lascio viaggiare liberamente.
Non ricordo da dove sia nato il pensiero so solo che quando è arrivato ho sorriso. Malinconicamente.
Ho sentito la necessità di venire a scriverlo qui per un po' non farlo scappare nel mondo dei sogni, un po' perchè era troppo importante per tenerlo solo per me, un po' perchè spero che qualcuno leggendo vi si ritrovi riflesso...

10.04.2005

LA COMUNICAZIONE INCOMUNICABILE

Non ho più forme di comunicazione dentro queste pareti. Rinuncio. Getto la spugna. Non capisco e non sono in grado di farmi capire.Orecchie non capaci di ascoltare. Le follie di una famiglia "così normale".
Drammi ce ne sono ovunque.
Sul mio blog mi racconto, sperimento, mi confronto ma oggi no, mi sfogo.

AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH.

Ecco fatto.

Ho iniziato un nuovo viaggio. Un po' difficile questa volta. Soprattutto perchè lo s'intraprende senza compagni. Ma è questo il vero viaggio.

Beh, complimenti a chi è già tornato. In bocca al lupo a chi lo farà e un abbraccio forte a chi lo sta facendo. Magari non scalda tanto in queste giornate di pioggia ma almeno fa sentire capiti.